Danza di Carattere intesa come Danza Nazionale
Fu Carlo Blasis nei primi anni dell’800’ ad identificare la danza di “carattere” con il nome di danza “nazionale”, creando un diretto filo traduttore tra entrambe.
Nel 1820 è egli stesso a distinguere le cosiddette danze di carattere (Bolero, Tarantella, Russa, Tirolese, ecc.), da quelle comiche (pas cinese, pas di caricatura, ecc.), da quelle infine del più popolare e meno abbiente genere grottesco.
Mentre invece sempre nel suo trattato del ballo, Blasis conferma un’appartenenza imprescindibile di opere maestose come “il Lago dei Cigni” (danza spagnola) oppure “Lo Schiaccianoci” (danza russa), alle danze sopra menzionate di “carattere”, ancora una volta intese anche come danze “nazionali”.
Anche nella scuola Russa moderna la questione non cambia, il termine di “carattere” viene utilizzato per indicarne l’aspetto nazionale di una danza utilizzando sempre lo stesso termine di “carattere” come contenitore di tutti i dati tecnici, teorici, pratici ma soprattutto di codificazione dei passi.
Nel medesimo secolo della produzione di queste importanti opere di carattere, anche il genere grottesco riacquista punti e vigore, all’interno del variegato scenario culturale e sociale, attirato in particolar modo dalle quantità di figure infauste e lontane da forme naturali presenti nel genere.
Stilizzazione ed accademizzazione
Partendo dal presupposto della danza da sala, che viene sottoposta ad un minuzioso smembramento tecnico e spostata dalla sua connotazione naturale di danza da svago, per poi essere caricata nel sistema dello spettacolo.
Così per le danze di carattere (o nazionali) e le danze caratteristiche (fiabesche), nel tempo vengono loro attribuiti connotati non propriamente legati alle loro origini, o comunque, vengono spostate dalla loro linea di ispirazione naturale.
Per le prime (quelle di carattere o nazionali), viene loro imposta una profonda schematizzazione, nel senso che ottengono forti segni particolari che le rendono così schematiche e riconoscibili al pubblico rispetto ad altri generi.
Come nell’espressione del movimento “terre à terre” (terra a terra, vale a dire con tecnica poco o per nulla ricercata, salvo alcune rappresentazioni), l’accentuazione dei ritmi sui tacchi, la postura delle mani, l’incrocio delle braccia dietro la schiena, poca o nulla contrapposizione tra arti superiori ed inferiori, movimenti creati appositamente in sintonia con i costumi.
Vi era inoltre l’utilizzo di accessori di varia natura e provenienza (proprio per distinguerne la nazionalità: nacchere, ventagli, ecc.); tutti questi elementi compositivi, determinarono già un forte contrasto con l’ambiente accademico.
Anche se di base vi è sempre una certa rilevanza e presenza del classico balletto francese (data da leggerezza ed eleganza), i livelli di minimizzazione (o stilizzazione) variano a seconda del balletto rappresentato e non ne esclude la caratterizzazione dei vari personaggi.
Per quanto riguarda le danze caratteristiche, nelle quali veniva evidenziato il personaggio di fantasia, invece, il movimento tecnico dei danzatori viene oltremodo esasperato.